In questi ultimi anni, le discussioni riguardo il deficit italiano hanno sempre fatto seguito alle critiche di gran parte degli osservatori internazionali, tra cui la stessa commissione Ue che deve accertarsi il rispetto del rapporto deficit/pil al 3% per tutti i membri dell’Unione. In questi mesi, poi, le questioni si sono fatte ancora più critiche, visto l’andamento economico generale e la crescita (anche se a ritmi più bassi degli altri paesi) del terzo debito pubblico mondiale, previsto al 115,30% rispetto al Pil dal [Dpef 2010-2013 (pag.... 7)].
A parte la questione indebitamento, che meriterebbe un articolo a parte, proviamo a concentrare il mio articolo sulla questione deficit.
Il deficit è un pensiero economico ormai assodato nella finanza pubblica. Ormai ogni governo nazionale accetta e prevede il deficit come strumento per finanziare le proprie politiche fiscali e governative. In sostanza, il deficit va ad indicare il “saldo” tra i ricavi e i costi dell’intera PA e l’intero settore pubblico. E’ logico intuire che, se il saldo fosse positivo, si avrebbe un surplus pubblico, mentre se fosse negativo, si avrebbe il più comune deficit. Questo comunque non toglie il fatto che, anche in Europa vi siano esempi di surplus pubblici; chiari esempi possono essere la Danimarca, Germania e Olanda [dati riferiti al 2008]. Vi invito comunque a leggere il concetto di deficit su wikipedia.
Dai documenti Ocse, e dopo alcune correzioni che hanno reso sicuramente meno preciso i dati, ho elaborato l’andamento del deficit-pil dal 2000 di alcuni paesi europei.
In grassetto ho marciato i principali paesi “spia” che, secondo il mio punto di vista, rappresentano i “poli” dell’economia Europea (dalla parsimoniosa Germania all’ Inghilterra disastrata dal settore bancario). Certo, credo che anche voi vi sareste immaginati una situazione generale ben più grave, ma questo è la situazione, i “numeri” su cui bisogna discutere.
Ora direi di cominciare a fare qualche osservazione su quello che possiamo capire e interpretare da questo grafico:
- Nel 2008, cioè nell’anno dell’esplosione della crisi (che comunque ha sferrato i suoi colpi più duri nel 2009) solo 5 erano i paesi europei a rischio di eccessivo deficit, e dunque di incorrere nella procedura di infrazione (importante nota: nel grafico non sono rappresentati solo in paesi che hanno adottato l’euro, ma paesi della “zona” europea. L’infrazione non può infatti procedere contro i paesi che non adottano l’euro!): Polonia, Irlanda, Grecia, Inghilterra e Francia.
- Negli ultimi otto anni (dal 2000), l’Italia ha sfondato il tetto del 3% solo nel 2005, a cui sono seguiti due anni di forte contrazione, anche grazie a manovre finanziare molto rigide promosse dal governo Prodi (oggetto di numerose critiche per la priorità che il governo ha dato all’equilibrio statale rispetto alle imprese e le famiglie).
- Situazione molto allarmante è quella della Spagna. Nel biennio 2006-2007 presentava un surplus del 1,85% (il surplus è indicato da tutti i grafici sotto l’asse dello zero) e in meno di un anno il deficit è esploso già oltre al 3% del Pil, e secondo il Wall Street Journal non si fermerà su questa soglia [link Wsj].
- I dati del 2009 non sono ancora stati ufficializzati, ma la commissione europea ha già aperto le procedure di infrazione per deficit eccessivo e stilato i relativi piani. Da un articolo de La Stampa, leggiamo:
“La Commissione europea ha proposto oggi di fissare al 2013 il termine per riportare il deficit sotto il 3% in Austria, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Paesi Bassi e Portogallo, mentre ha dato un anno in più all'Irlanda e due al Regno Unito. Il termine per Italia e Belgio è invece fissato al 2012, poiché i due paesi sono caratterizzati “da una dimensione inferiore del disavanzo e dalla contemporanea esistenza di un elevato debito pubblico”. [link La Stampa], 11-11-2009.
Ma ritorniamo alla questione principale, sono giuste le critiche sul deficit italiano?
Io credo proprio di no. Il nostro paese è afflitto da un grossissimo debito pubblico e risulterebbe logico pensare che l’andamento del deficit sia correlato. Invece, contrariamente a quanto la logica ci farebbe pensare, il deficit è molto più sotto controllo di quanto sembra. Vi è difficile credere a questa mia opinione? Allora, utilizzando solo le previsioni di due sole nazioni, quella Italiana (stime commissione Ue) e Spagna (stime WsJ dell’ articolo precedente), ho ottenuto quest’altro grafico.
Chi ha voglia di richiedere a Zapatero del sorpasso economico della Spagna sull’Italia? Dov’è tutto quel benessere che Zapatero dice di aver creato (disoccupazione al 18%; un esplosione che sta preoccupando tutta l’europa)?
Io in Spagna in questo ultimo decennio ho visto solo una bolla, una bolla immobiliare! Ma quale sorpasso…
Altri post che potrebbero interessarti….
al 31/12/09 la disoccupazione in spagna e arrivata al 20%!!!!ormai l'economia spagnola legata alla speculazione edilizia e hai fondi ue e morta.ne vedremo delle belle nel corso del 2010!!!!
RispondiEliminaTutti ora sono sulla Grecia, ma anche in Spagna i problemi continuano ad accumularsi...
RispondiElimina