giovedì 22 aprile 2010

Allarme rientrato

Con il dato di oggi, gli initial job claims si sono ridotti di 24.000 unità, a 456.000 richieste. Questo dato può ritenersi molto positivo, perchè interrompe la tendenza di brevissimo e si incammina di nuovo verso la strada del ribasso.

Ricordo che il minimo degli ultimo anno è 432.000 unità, registrate l’ultima settimana dell’anno scorso (26/12/2010).

mercoledì 21 aprile 2010

Zew positivo? Non troppo

zew

Parliamoci chiaro. Zew oltre le previsioni e tutti sorpresi, ma il massimo lo ha registrato ben più di 4 mesi fa. Sempre attenzione, sembra ancora che qualcosa stia scricchiolando…

lunedì 19 aprile 2010

Anche l’Eurocoin ha smesso di correre

L’Eurocoin, un importante leading indicator di cui ho già avuto modo di parlare in parecchi miei passati post, ha appena pubblicato il suo aggiornamento di marzo… neanche questo dato sembra confermare la continuazione della ripresa. Anzi, sembra entrato in una fase di stagnazione.
eurocoin

venerdì 16 aprile 2010

Qualcosa sta scricchiolando

Lo scorso giovedì, come ogni giovedì, in America sono uscite le richieste dei sussidi di disoccupazione forniti dal dipartimento del lavoro americano, ben 484.000 nuove richieste. Un anno fa erano precisamente 609.000, un bel passo in avanti.

Ma non c’è da essere ottimisti su questo dato, perchè è da un mese che la discesa dei sussidi si sta congelando, e i punti di domanda restano. ijcaprile

Il punto non è tanto riguardo la loro stabilizzazione, ma il tasso di variazione su base annuale. Su base annuale, infatti, sembra che (salvo un dato esplosivo il prossimo giovedì) la strada sia in salita per i prossimi mesi. Con forti implicazione economiche reali e finanziarie.

vijcaprileIl grafico parla chiaro. La frenata è stata forte e lo stesso Dow Jones sembra prendersi la sua pausa. Situazione da mantere d’occhio, perchè l’analisi di questo dato in passato ha avuto forti implicazioni e correlazioni con l’andamento economico. 

venerdì 2 aprile 2010

Divagazione politica

Fino a ieri tutti commentavano la situazione politica dopo le elezioni, ma ora mi metto io.

Non sono un esperto politologo, ma qualche cosa da queste elezioni regionali credo si possa cogliere, specialmente in ambito economico nazionale. aTre sono stati i grandi trend che hanno caratterizzato queste ultime elezioni:

  1. Una netta vittoria della Lega sotto qualsiasi punto di vista. In poco meno di 9 anni sono passati da un 3% ad un 12% se rapportiamo queste elezioni regionali a livello italiano (in queste regionali ha votato il 60% degli elettori delle scorse politiche).
  2. Una stabilizzazione della coalizione di centrosinistra (Italia dei valori e Partito Democratico), che a livello nazionale come coalizione si attesta sul 33,37 % dal 34,13 delle scorse europee.
  3. Una caduta delle preferenze per il Popolo delle Libertà, che è passato da un 35% ad un 26%, anche sicuramente a causa delle forti candidature leghiste presentate al Nord Italia, che hanno spostato di peso i voti dal Pdl alla Lega Nord (emblematico il caso Veneto).

  Queste elezioni certamente sposteranno gli equilibri. E’ fuor di dubbio che l’imposizione della Lega imporrà al federalismo un ritmo molto più sostenuto, anche perchè nei prossimi 2-3 anni la Lega si giocherà il tutto per tutto e, all’orizzonte, non ha nulla che gli giochi contro.

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Oltre alla Lega Nord, però, c’è da sottolineare anche dell’Italia Dei Valori, che riesce quasi a confermare l’ottima performance delle europee (-0,72% a a 7,27%). Poi, a livello delle coalizioni il gap si è molto ristretto (bisogna però tenere questo calcolo con le molle, perchè siamo abituati a spostamenti all’interno dei partiti). Sta di fatto che il gap, dall’11% si è ridotto al 5,70%. In questa situazione divengono determinanti tutti quei partiti autonomi (ex Partito Comunista, che nei scorsi anni si era spaccato e che ora sembra ricucirsi) e l’Udc, che cerca, con successo, di estraniarsi dal sistema bipolare. Con successo perchè, nonostante si presenti autonomamente, rimane sempre sui consensi che aveva quando nel 2006 si presentò con la coalizione di centrodestra.asdas Fatti questi conti, tutti gli “autonomi” (Udc, Verdi, Sinistra Ecologia e Libertà, Federazione della Sinistra, Radicali) contano per ben il 12%, un peso che sposterebbe gli equilibri alle prossime politiche (il gap tra le coalizioni risulterebbe quasi chiuso anche se solo l’Udc passasse al Centrosinistra).