domenica 30 gennaio 2011

La media riduce al minimo gli errori, ma se non fosse vero per le richieste di disoccupazione?

Dato sui jobless claims ancora molto volatili. Ci si avvicina di nuovo alla quota di richieste di un anno fa, eliminando di fatto gran parte dell’ottimo dato della scorsa settimana.

Questa troppa volatilità però influisce troppo su un dato abbastanza stabile, per cui vediamo di analizzarla sotto un’altra prospettiva.

NoteIl grafico sopra ci illustra una tendenza di fondo. Mediamente infatti i Jobless claims tendono a crescere da inizio anno, per poi discendere nell’ultimo quarto dell’anno. Curioso (statisticamente parlando) il forte balzo tra gennaio e febbraio, indice che la stagione natalizia influisce pesantemente nelle richieste di disoccupazione. Però il dato a cui facevo prima riferimento (la variazione annua che si è di nuovo “annullata”), può essere vista anche dai dati assoluti e non percentuali.Note1 Con questo grafico si potrebbe tranquillamente rappresentare la crisi occupazionale di questi ultimi due anni e mezzo. Per chi pensasse che il 2010 il mercato occupazionale americano fosse andato bene deve ricredersi. L’anno migliore infatti è stato il 2009: nel 2010 le richieste sono state stabili, cominciando lentamente a ridursi nella seconda metà dell’anno. E per il 2011 siamo ancora ai livelli di un anno fa. E la tendenza che ci aspetta nel mese di febbraio, se fosse confermata (non si è sempre verificata), ci porterebbe a “scavalcare” le richieste dello scorso anno, con le logiche implicazioni del caso.

Detto questo vi lascio il solito grafico di riepilogo, evidenziando in verde la forte volatilità che dovrebbe farci mantenere all’erta.Note12

giovedì 27 gennaio 2011

Prevedere il Pil dei futuri 4 mesi? E’ talmente facile che…

L’indicatore €coin è un indice che in molti non conoscono. Io ho avuto modo di scoprirlo solo pochi anni fa, durante una delle prime lezioni di macroeconomia all’università. E dati alla mano l’€coin può dare un aiuto nell’ambito previsionale.Note

Dal grafico infatti si vede come l’indice segua, anzi anticipa il ciclo economico. In rosso viene evidenziato la variazione annua del prodotto interno lordo della zona euro. Ma l’€coin riesce a fornirci dei dati prospettici affidabili per prevedere il ciclo economico? Ad una prima analisi sembrava di no, ma elaborando i dati e traslando il dato dell’€coin di 4 mesi avanti, i risultati sono stati eccezionali!Note12Il grafico qui sopra infatti è l’applicazione di questa traslazione. La dispersione dei dati è vicina al 95% (vedi grafico sotto), quindi correlata in maniera quasi perfetta. Il trasferimento temporale poi ci permette di poter prevedere l’andamento economico per quei 4 mesi in cui ci siamo spinti avanti. Note1Quindi, con riferimento al secondo grafico, appare evidente che il pil subirà una flessione per il quarto trimestre dello scorso anno rispetto al precedente. Un dato che potrebbe fissarsi su +0,50/1,00 %, e che comunque non supererà l’1% con certezza quasi assoluta.

Caduta della cassa integrazione: -21%!

Le ore di cassa integrazione sono calate di 4 milioni di ore rispetto a novembre (ricordo che il dato è dato dalla somma delle ore ordinarie, in deroga e speciali per gli operai), continuando il trend positivo cominciato lo scorso giugno e che ha continuato a rafforzarsi.Note1 Infatti, la variazione annuale è in picchiata del 21% (vedi secondo grafico), ed è il quarto mese di seguito. Quindi questa caduta può dirsi sempre più consolidata.Note Una riduzione che si avvicina agli attuali ritmi non la si registrava da 3 anni. E potrebbe anche stabilizzarsi.

Se così fosse, le ore di cassa integrazione previste per gennaio potrebbero aggirarsi sui 55 milioni di ore, all’incirca sull’area rossa evidenziata con il grafico con cui chiudo questo aggiornamento.

Note12

domenica 23 gennaio 2011

Composite Leading indicator: da utilizzare solo quando fa comodo

Oggi rianalizziamo un importantissimo leading indicator, che viene spesso abusato dalla classe politica italiana (il Premier) per avallare l’attività del suo governo, per poi abbandonarlo nei momenti in cui non fa più il suo gioco.

Ebbene, questo indicatore è il Cli dell’Ocse. L’hanno scorso, ad ogni pubblicazione, il governo e la stessa stampa riecheggiavano le ottime prospettive per l’economia italiana, ma poi per mesi più nulla (il mio ultimo aggiornamento era stato fatto a novembre, forse proprio perché anch’io casco nel giochetto della nostra stampa italiana).

Allora prendiamoci la briga di vedere cosa sia cambiato da novembre a oggi. Prima un riepilogo generale.Note Come si può vedere dal grafico, il Cli, dopo essersi stabilizzato per i mesi centrali dello scorso anno in tutte e tre le zone economiche principali, ha ripreso a crescere, specialmente oltreoceano, mentre l’Europa e l’Asia stanno riprendendo la via battuta dagli Stati Uniti.Note1 Passiamo ora ad analizzare più specificatamente l’andamento dell’indice. Per l’Italia, come già ripetuto, l’indice ha “piccato” esattamente un anno fa, a gennaio 2010. Infatti l’ultimo intervento che venisse usato dai giornale o dallo stesso governo per sottolineare il positivo andamento dell’indice è registrabile a novembre 2009 (almeno da una mia ricerca veloce su internet). Da gennaio in poi, evidentemente, non faceva più comodo sottolineare l’andamento laterale negativo dell’indice, ma guarda caso a fine anno la borsa italiana ha perso il 12% di capitalizzazione e il Btp decennale da un rendimento intorno al 4% è arrivato a fine 2010 alla soglia del 5% (di certo non grazie al buon andamento economico)!

Anche la grande Germania, occorre sottolinearlo, ha stabilizzato l’indice negli ultimi mesi, ma tale indice in primis non è sceso e poi ha toccato il picco ben 6 mesi dopo l’Italia. La Cina invece sembra in via di recupero (recupero da cosa??? In effetti non si era mai fermata!). Molti economisti ancora oggi ritengono che la Cina stia crescendo troppo velocemente e bisognerebbe ridurre i tassi di crescita a livelli più sostenibili in maniera da tenere a bada l’inflazione. Il passaggio dal +12% di inizio 2010 all’attuale +10% è già un buon segnale, anche se il Cli di questo andamento ne aveva già tenuto conto (l’indice nel 2010 è passato da 101,8 a 100,6 circa a novembre).

L’intonazione globale dei paesi Ocse però rimane positiva, quindi ormai bisogna “certificare” che il rischio del famoso double dip (che io stesso ritenevo molto probabile) per ora è del tutto svanito. Speriamo solo che la crescita economica che ci appresteremo ad avere nel prossimo anno (più in là per ora non mi spingo) sia sostenibile per i prossimi decenni.

sabato 22 gennaio 2011

Imz gennaio 2011: 198,4 (-9% a/a; +5% m/m)

Come anticipato pochi giorni fa il IMZ index soprassa i livelli di luglio, a quota 198,4. Crescita smisurata? Non penso, potrebbe proseguire, con il benestare degli indici azionari. NotePer il prossimo mese il dato potrebbe essere anche molto più forte, avvicinandosi ai livelli di giugno (evidenziato in verde).

Devo anche avvisarvi che sto testando un nuovo Imz, cambiando di fatto la struttura del “superindice di diariofinanfiario”. Se ci saranno variazioni, ne sarete informati.

venerdì 21 gennaio 2011

Lei, c’è ne eravamo dimenticati…

Sembra giusto riguardare, a molti post di distanza, come siano cambiati i due Lei delle due zone economicamente più sviluppate: gli Stati Uniti e l’Europa. Nel post dello scorso 16 luglio, provavo a scandagliare la possibilità di un forte rallentamento, ravvisato anche dallo stesso LEI. Sei mesi dopo, la situazione appare di molto migliorata, infatti in parte il LEI (riguardante la zona euro) si è smentito. Un piccolo estratto qui sotto:Lei euro

“The LEI for the Euro Area reaccelerated in November and points to a continued expansion in economic activity during the first half of
2011. But, the strengths have not been very widespread. Downside risks still dominate the outlook, and the
planned government budget cuts will increasingly create a drag on growth.”

La situazione americana, dopo un sosta la metà dello scorso anno, ha ripreso a salire, visto anche la forte correlazione evidente che ha con l’andamento azionario. Sta di fatto che rimane un ottimo indicatore e per ora può l’elemento da segnalare è il guadagno di momentum, come indicato dalla nota del LEI Us:

“The four-month rise suggests the economy
now has some wind in its sails; however, it still faces some strong headwinds in the medium-term.
Overall economic activity is likely to continue to gain momentum in 2011

Lei us

giovedì 20 gennaio 2011

Allarme rientrato dai Jobless Claims

Nonostante il preoccupante dato della scorsa settimana, i dati di oggi ha fatto registrate un fortissimo miglioramento (evidenziato dal tondino verde). Infatti su base annuale la variazione annua positiva (cioè la riduzione di richieste cambiate di segno) ha registrato un miglioramento del 18,50%, livelli che non si toccavano dallo scorso ottobre. Note Il mercato in effetti ora è molto volatile. La tendenza di lungo potrebbe riprendersi positivamente (meno richieste di disoccupazione), ma bisogna sottolineare che dallo scorso marzo gli ottimi tassi si sono ridotti allo zero proprio con il rilevamento della scorsa settimana, per poi registrare il +18% di oggi. E tale movimento si allinea con la tendenza del mercato azionario, ma da marzo queste due tendenze sono in chiaro disallineamento. Aspettiamo i dati della prossima settimana per poter continuare a delinearne i contorni.

mercoledì 19 gennaio 2011

Scorte di petrolio sempre più in calo: e il prezzo del petrolio?

C’è parecchia fame di energia in America. Infatti nelle ultime settimane le scorte sono continuate a scendere. Siamo infatti a livelli di un anno fa, dove la ripresa economica era forte, ma la quotazione del wti era ad 80$ e in evidente ipercomprato.Note

Però la situazione oggi è molto diversa. Nonostante infatti le scorte di petrolio siano quasi identiche, l’andamento del petrolio ha preso una importante direzione al rialzo, quest’ultimo cominciato all’incirca settembre scorso. Futures chart - Oil price chartOggi infatti la quotazione è sui 90$ e la situazione mostrata dagli indicatori indica una fase di neutralità. Infatti il Rsi e il Macd sono stabili, quindi visto l’andamento delle scorte, mi sento di segnalare che i 100$ a barile sono ad un passo. Con le relative conseguenze sulla crescita economica ancora in corso.

martedì 18 gennaio 2011

Imz gennaio 2011: dato preliminare

Volevo solo anticiparvi il dato per l’Imz di inizio anno. Il dato ufficiale lo avrò verso fine settimana, ma se la situazione rimane stabile posso confermarvi che il recupero si sta rafforzando, raggiungendo e superando il dato dello scorso luglio 2010, segno che insieme all’esplosione recente dei mercati azionari, anche la fiducia si sta riaffermando dopo la correzione di fine anno.

Euribor Gennaio 2011

Vi avevo lasciato lo scorso ottobre con un post che chiudeva con una previsione di un Euribor che poteva arrivare a quota 1,05. Infatti due settimane dopo (centrato anche l’orizzonte temporale), l’euribor ha proprio toccato gli 1,05, senza però riuscire ad andare oltre. Infatti,l’intensità (linea rossa) ha “piccato” proprio nei primi giorni di novembre, per poi passare e rimanere in negativo per i successivi 2 mesi. Note Infatti ancora oggi siamo in territorio negativo e l’euribor a tre mesi viaggia sull’uno netto. Previsioni però questa volta è difficile farle. Anche se la curva dei tassi suggerirebbe l’aumento dei tassi di riferimento, è difficile poterla applicare all’euribor, che è molto più reattivo e volatile dei tassi di riferimento. Quindi prevedo che per i prossimi 2/3 mesi l’euribor rimarrà all’interno del range compreso tra 1,16 e 0,86. Segnatevelo che per i prossimi mesi avremo il tempo di verificarlo e vedere se la curva dei contratti potrà essere utilizzata in maniere efficiente.

lunedì 17 gennaio 2011

Aggiornamento sulla produzione industriale americana e italiana

In molti dicono che la dinamica economica sia ancora guidata dall’andamento industriale. Allora diamoci da fare per fare una corretta analisi della realtà che possiamo osservare e che ci aspetterà.NoteIl recupero industriale è stato imponente. Tassi di crescita di questo regime su base annua non si registravano dal 1998, ben 12 anni fa. Però questi tassi sembrano sostenibili? Guardando la media (linea nera tratteggiata), che risulta essere un buon indicatore (infatti nel lontano agosto 2009 determinò l’uscita dalla “recessione” del settore industriale americano, cosa che di fatto è avvenuta), sembra che ora “il rimbalzo infinito” sia destinato perlomeno a scendere, visto ormai l’andamento al ribasso da ormai il luglio dello scorso anno.Note1Se poi andiamo vedere l’indice puro (c’è sia il dato italiano e americano, tutti e due corretti con una media a 6 mesi, tutti indicizzati su base 1  al primo gennaio 1991), la possibilità di una leggera caduta della produzione industriale americana sembra una certezza, mentre per quella italiana possiamo dire che “ci sono ancora cartucce da sparare”. Ciò non toglie però il fatto che, da 1995 in poi la produzione industriale italiano sia stata ferma per più di 14 anni, per poi crollare ovviamente.

Poi, per puro titolo informativo, un confronto degli andamenti tendenziali della penisola e di oltre oceano, in modo da capire i diversi impatti che la crisi hanno avuto sui relativi settori industriali.Note12Il grafico, come al solito, parla da solo.

venerdì 14 gennaio 2011

Jobless claim: uno storno previsto, ma…

Ieri, il dipartimento di statistica americano ha reso disponibili i dati sulla richiesta di sussidi di disoccupazione richiesti la scorsa settimana. La variazione, e forse c’era da aspettarselo, è stata negativa (35.000 persone), ma il repentino calo delle scorse settimane doveva prima o poi rallentare. Per di più, il trend al ribasso non è compromesso, quindi la situazione, almeno dal numero di richieste, appare stabile.Note Quello che invece preoccupa è la variazione tendenziale: è tornata in negativo e la correlazione sembra saltata. Chi la spunterà? Il Dow Jones o il settore occupazionale americano? Ai maghi la parola, anche se…

giovedì 13 gennaio 2011

Debito pubblico italiano? +15,22%

Ebbene sì: dall’inizio della crisi il debito pubblico è aumentato del 15,22% a novembre scorso. Una tendenza che è in crescita costante da ormai più di tre anni e che per ora non smette di aumentare.Note Sul lato invece della tendenza c’è qualche notizia positiva, anche se i 1.870 miliardi di euro di debito sono un record assoluto per la nostra repubblica.Note1Il tasso di crescita annuale infatti continua il suo pur breve trend di stabilizzazione. Per novembre 2010 il tasso si aggirava sul 4,88%; un tasso di crescita molto più vicino al periodo pre-crisi rispetto al picco del 8% di metà 2009 (vedi primo grafico).

Per rendere poi un idea molto generale delle prospettive di crescita del debito pubblico, il secondo grafico mostra come negli ultimi 40 anni in tasso si è ridotto tra lo zero e il cinque percento, ma senza mai andare negativo. Questo è il fatto rilevante: se ci va bene, possiamo solo stabilizzare la crescita del debito, non passare ad una sua riduzione!

Riduzione che la nostra Repubblica qualche volta ha visto, ma bisogna tornare al 1932 per registrare tassi di diminuzione del debito pubblico anche del 35%: altro che manovra correttiva!

mercoledì 12 gennaio 2011

Oltre il debito italiano

Riscontro molto successo per i miei post sull’aggiornamento periodico sul debito pubblico (nell’ultimo mese ha coperto quasi la metà delle ricerche che hanno condotto al mio blog), per cui comincerò, con molta semplicità (anche perché su questi argomenti non ho proprio nozioni teoriche), ad analizzare il fabbisogno della nostra repubblica.

Questo è l’andamento storico delle entrate ed uscite pubbliche totali dello stato Italiano.NoteCome era logico aspettarsi, i valori sono molto volatili, per cui ho deciso di correggerli con una media ad un anno. Ci sono parecchie cose da annotare, e come al solito proverò ad elencarle:

  1. Le entrate hanno raggiunto il picco ben 16 mesi (!) prima della spesa, precisamente verso il maggio del 2008, quando Lehman doveva ancora fallire per farci intendere… (e questo dice già tutto)
  2. Le entrate tributarie (questo il reale nome della serie della banca d’Italia) si sono solo stabilizzate negli ultimi 4 mesi, ma la loro ripresa per ora non si riesce a vedere (cioè Tremonti per ancora un 6-9 mesi non mollerà i lacci della borsa)
  3. Finalmente la spesa pubblica comincia a diminuire. Il piano varato lo scorso anno a maggio ha contribuito la riduzione della spesa, anche se, come dimostra il grafico qui sotto (è uno zoom degli ultimi 2 anni: la leggenda è identica, ma le medie risultano leggermente differenti per via del minor periodo di riferimento), la spesa ha cominciato a diminuire molto prima del varo della manovra correttiva, mentre le entrate, come detto prima sono rimasti stabili.Note1
  4. Da osservare poi, che, se riteniamo abbastanza affidabile la media usata dal sottoscritto, è importantissimo rilevare che la spesa attuale si è ridotta ai livelli dell’inizio del 2008. Davvero un bel segnale, specialmente per i mercati, visto che la spesa è l’unica variabile che il tesoro può realmente controllare.

Voglio concludere però la mia analisi con una regressione di tipo politico. Non c’è nulla da commentare, il grafico parla da solo.Note12

martedì 11 gennaio 2011

Zio romolo e gli aggiornamenti ciclici - Gennaio 2011

In passato ho avuto l'occasione di poter conoscere "telematicamente" il famoso Zio Romolo, che ne sa sicuramente molto più del sottoscritto. Per cui, vi consiglio di seguire questa videopillola di qualche minuto: vi dirà già tutto!

Link al video

domenica 9 gennaio 2011

Ecri, altro nuovo leading indicator

Da oggi un altro nuovo leading indicator che manterremo sotto osservazione, l’Ecri appunto.

Note

Importante sottolineare come lo stesso Ecri sta di fatto muovendosi come il “mio” IMZ, e il recupero sembra possa proseguire. Stiamo alla finestra…

Per quanto riguarda i jobless claims, breve aggiornamento. Nulla si è mosso, se non di poco sul valore assoluto delle richieste che è leggermente aumentato, ma che prosegue sul suo trend ribassista.

Prosegue però un forte indebolimento della variazione annuale, che sembra stabilizzarsi su valori positivi intorno al 6-10%. Grossi scossoni alle porte? Io credo di no!

lunedì 3 gennaio 2011

Cassa integrazione operai a novembre 2010

La cassa integrazione operai (sommando sia quella ordinaria che in deroga), continua lentamente a scendere. Siamo arrivati a livelli, che, smussati dalla media a tre mesi, non si registravano da novembre 2009, dopo il picco che si è registrato marzo 2010.Note

Nonostante il pil italiano si sia ripreso proprio con il 2010, è curioso osservare che la Cio/s ha raggiunto il suo picco in ritardo di un anno dal picco della crisi (I trimestre 2009), e nonostante la ripresina, tutto il mercato occupazionale è rimasto congelato a livelli di forte preoccupazione. Infatti neanche la disoccupazione sembra in miglioramento, segno che il mercato occupazionale è un mercato molto rigido e sempre in ritardo rispetto al ciclo economico.

Speriamo allora che almeno questa lenta riduzione della cassa integrazione sia un segnale positivo per generare nuova occupazione.

sabato 1 gennaio 2011

Fiducia e scorte

Lo avevo promesso ed ecco l’aggiornamento. Dopo l’affondo di ottobre, la ripresa dell’IMZ si sta rafforzando e in via prospettica i dati per il prossimo mese saranno ancora migliori.

Riprendendo i dati, l’indice a dicembre a chiuso a 188,7 dal 182,7 di novembre scorso. Il minino di ottobre era del 168,2.NoteDopo il dato globale sulla fiducia (ricordo che l’IMZ è una creazione del sottoscritto e può essere preso come un indicatore di sentiment “globale”), passiamo ad un veloce aggiornamento delle scorte americane di barili di petrolio.

Note1Scorte ancora in diminuzione che confermano un trend da ormai 3 settimane. Infatti che succede al crude nell’ultimo mese? E’ aumentato più del 3%, sopra ormai i 91$. Dal lato energetico quindi la deflazione può dirsi scongiurata, sempre se la domanda di greggio continua a questi ritmi.