Il 2 novembre scorso, L’Ism ha rilasciato il suo consueto report sull’andamento del settore manifatturiero (=industriale) americano (Ism manufacturing index). Il dato, riferito al mese di ottobre 2009, ha mostrato una decisa crescita, passando da 52,6 di un mese prima ai 55,7 del mese scorso. Ma cosa ha spinto così in alto l’indicatore? Cerchiamo di vederlo assieme….
Il dato che l’Ism ci ha fornito è sicuramente molto positivo: forse anche troppo. Il rimbalzo che si è avuto infatti da inizio anno è stato imponente visto anche che per gli anni precedenti non c’è stata molta volatilità. Oggi siamo, come detto prima, attorno ad un valore di 55,7 punti, che, se confrontato con i criteri dello stesso istituto, ci afferma che l’America è uscita dalla recessione, visto che la lettura di ottobre è maggiore di 50 punti, punto di svolta per i redattori dell’indicatore.
L’indice in sé però è il risultato di altri sotto indici (11 per la precisione). Non li vedremo tutti: solo 3 che ora ritengo molto interessanti. Il primo è quello qui a fianco. Rappresenta la situazione occupazionale in America. Il dato, dopo essere sprofondato ai livelli minimi di sempre a febbraio di quest’anno, in pochi mesi ha recuperato la critica quota 50 e lo scorso ottobre l’indice si è portato attorno ai 53,1 punti. Tutti gli economisti ormai sono fissati sul mercato occupazionale per giudicare attendibile o meno questa “semi”-ripresa. L’ism in questo caso ci offre un certo trend di crescita ma sarà possibile almeno stabilizzarlo? Perché se nel mese di ottobre l’Ism ha segnato un ottimo dato, è vero anche che la disoccupazione americana ha sfondato il 10% secondo il dato rilasciato la scorsa settimana di novembre e secondo altri blog, in realtà starebbe sui 17-18%.
Questo a fianco è invece l’andamento della produzione industriale. E’ in netta zona “over 50”, sarebbe anche solo necessario che si stabilizzasse attorno a questi valori per permettere alla ripresa di stabilizzarsi.
Ultimo dei componenti che io ritengo importanti dell’'Ism manufacturing è la sezione “Price”, che in questo caso ho deciso di confrontare con il tasso di inflazione ufficiale degli stati uniti d'America.
Da porre in evidenza la tendenza dell’Ism di anticipare l’inflazione reale: e qui comincia la diatriba: sarà di nuovo inflazione (non azzardo più super inflazione) o continuerà la tesi di icebergfinanza sulla deflazione? Il recupero di fatto è in atto, ma solo i navigatori sanno guardar distante…
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