l problema occupazione per l’Italia non è tanto il tasso di disoccupazione, bensì il numero degli occupati. Infatti la caduta da metà 2008 sono uscite dal mercato del lavoro 644.000 persone (19.500 persone mediamente al mese), e se pensiamo che dietro ad ognuno di questa ci sta una famiglia con un nucleo medio di 3 persone, ci avviciniamo a quasi 2.000.000 di persone che in 2 anni e mezzo hanno visto ridursi il loro reddito disponibile.Poi la conferma di oggi dall’Istat di un tasso di disoccupazione fermo al 8,6 non sorprende. Però, come ho detto prima, credo che sia più opportuno osservare il tasso di occupazione rispetto a quello di disoccupazione (cioè il totale degli occupati sulla forza lavoro). Il grafico (sotto) mostra due diversi sviluppi che si hanno avuto in rapida successione in Italia. Il primo (in verde) mostra una forte crescita dell’occupazione (2005-2006), a cui nel suo periodo di espansione è combaciata una forte riduzione del tasso di disoccupazione. Oggi il problema invece è proprio l’opposto (Rosso). Il tasso di occupazione si è si (e per fortuna) stabilizzato attorno al 57%, ma il tasso di disoccupazione continua a crescere (perché c’è sempre più gente che cerca lavoro ma non lo trova; quindi all’Istat risulta disoccupato). Quindi il mercato occupazionale rimane congelato!
La soglia che segnerà una forte svolta, oltre che dai dati della cassa integrazione, sarà la ripresa dell’occupazione (e del relativo tasso di occupazione). Quando il tasso di occupazione si aggirerà sul 57,3 - 57,4% e gli occupati ritorneranno sopra i 23.000.000 di occupati, si potrà dire che la ripresa economica sta “contaminando” anche il mercato del lavoro. Ma la situazione che si presenta oggi, nonostante l’ottimo andamento dei mercati, non è per niente rassicurante. Ma forse sfondare i 23.000.000 non sarà poi così difficile…
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