Grafico interessante quello che vi propongo oggi. Si tratta di un estratto della banca dati PEEI (eurostat), il quale fornisce annualmente un aggiornamento riguardo lo stock di debito pubblico di ogni nazione Europea. Partendo dalla media dell’Eurozona (19,20% di crescita dal 2007, anno di scoppio della crisi) è facile notare chi si è indebitato di più e chi di meno, relativamente allo stock di partenza del 2007. Per avere una lettura più corretta, bisogna sempre ribadire che ogni nazione partiva da livelli di debito/pil molto diversi tra di loro (esempio lampante è il confronto tra Italia e Spagna, per la prima sopra il 103,5%, per la seconda 36%) e quindi chi era a livelli minori ha potuto accedere più facilmente al debito per sopperire alle inevitabili cadute delle entrate fiscali, ma giustificare un esplosione di quasi il 40% (caso Spagnolo) in un solo anno dovrebbe preoccupare.
Come a preoccupare molto dovrebbe essere la Gran Bretagna. Anche lei non naviga su acque limpide e in presenza, tra l’altro, di un deficit vicino all’11,5% non credo che il mercato nei prossimi mesi sarà molto “gentile” con le sue aste di gilt.
Ricordiamoci sempre un motto di un grande economista, J. M. Keynes, che oggi rispecchia sempre più la situazione che si va a profilare:
“il mercato azionario può rimanere irrazionale più a lungo di quanto tu possa rimanere solvibile”
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