Gli ultimi dati e i grafici che avete potuto osservare su questo blog certamente pongono seri dubbi sulla continuazione della ripresa, che sembrerebbe trovare il suo punto di rallentamento proprio nei prossimi mesi per rallentare definitivamente nel 2011. E segnali come ogni volta che si presentano davanti a situazione del genere ci sono tutti: mercati che hanno fatto i loro massimi a marzo (se non giàa novembre), indicatori sull’occupazione che indicano un forte rallentamento e Leading indicators europei che già ora segnalano rallentamento.
A questo punto, risulterebbe già certo almeno un rallento deciso della crescita (non intendo una recessione, un semplice rallentamento). Ma in questa situazione che si è venuta a creare, anche un semplice rallentamento provocherebbe una seconda recessione che potrebbe eguagliare se non superare la magnitudo di quella culminata con il collasso di Lehman Brothers. L’aspetto che determinerebbe tale peggioramento è evidente: gli Stati, specialmente in Europa, sono già alle prese con tentativi di contenimento del debito (dal 2007 al 2009 il debito degli stati europei è aumentato del 40%, dato che potrebbe ancora crescere fino a quasi raddoppiare nel 2010 viste le osservazioni statistiche dell’economista Rogoff) e della spesa corrente (la cosiddetta “austerity”) e lo scenario che si verrebbe a creare in caso di recessione sarebbe tragicamente negativo, perché non ci sarebbe più le possibilità di appellarsi al’ ”finanziatore di ultima istanza” (che sarebbe lo Stato) per salvare aziende, banche, istituti e l’economia in generale. Per non pensare poi ad un eventuale default di un medio-grande paese Europeo, che generebbe inoltre forti speculazioni valutarie e una fuga verso altre valute, che non necessariamente sono più sicure della nostra moneta. Per poi non dimenticare le banche centrali, che hanno di fatto giocato ormai tutte le carte e sono già infangate nella famosa trappola della liquidità
Bisogna rendersi conto che uno scenario del genere, nonostante la sua tragicità, è fortemente plausibile. La ripresa che stiamo e abbiamo vissuto in quest’ultimo anno è stato solo frutto del più semplice interventismo statale, che già oggi ha visto inesauribilmente il suo esaurirsi.
Sarà una W quindi, il cosiddetto “Double Dip”? La speranza ogni giorno svanisce e ogni notizia sembra confermarlo. Poi preoccupa ancora il forte indebitamento che l’America ancora soffre. La crisi non lo ha nemmeno attenuato, anzi si presenta in questi giorni ai livelli del Pre-Lehman. Spero proprio di riceve notizie e analisi che smentiscano in ogni punto la mia analisi, ma ogni momento che passa ogni tassello del puzzle trova il suo posto. Spero proprio che vi siano tasselli mancanti, così il puzzle non potrà mai avere compimento.
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