mercoledì 29 dicembre 2010

M3 alla riscossa, anche se ancora su un piccolo pony!

Il M3 continua da giugno a crescere (rispetto ai dati dello scorso anno). Un segnale questo sì veramente importante, perché gli aggregati sono molto meno elastici alla loro risposta alle variazioni di mercato, e se girano positivamente, il loro trend continua per altri parecchi mesi prima di girare. Note Ne è una prova il percorso che ha fatto la variazione annuale dal picco del novembre 2007, passando in poco più di 2 anni e pochi mesi da un + 12,7% ad un –1,16%. Però ora le carte in gioco sembrano cambiate e tutto confermerebbe una stabilizzazione della sua crescita.

Questa corsa però genera delle implicazioni: più M3 = più inflazione? Dal grafico si vede infatti che l’inflazione è ripartita molto prima del M3 ( è successo anche in passato). Ma ora che il ritmo si è ripreso con molto vigore, cosa ci si può aspettare dall’inflazione? Eh, questione dura da risolvere, perché le previsioni deflattive sono ancora (e sempre più insistentemente) sulla scrivania di J.C. Trichet, e strozzare troppo presto l’intervento monetario potrebbe di fatto avverarle.

Proviamo allora noi, con i pochi e grezzi dati che siamo in grado di ottenere dal database della Ecb, a ricostruire uno scarno metodo previsionale, che lega la variazione del M3 con l’inflazione. E questo ne è il risultato.Note1 Il dato pubblicato oggi (+1,9%, dato sopra le attese), porterebbe, secondo questo schema, a prevedere un’inflazione annua del 1,20%, sottostimato rispetto all’attuale tasso del 1,90%. In fin dei conti una più che accettabile stima, visto i dati grezzi che tutti noi abbiamo a disposizione. Se poi andiamo a calcolare la media del M3 dal 1980 ci si accorge che è sempre viaggiato sui 7-7,5%, che se inseriti sul grafico indicherebbero un’inflazione media del 2%, la quale si è effettivamente verificata, dato che la sua media negli ultimi 30 anni è stata sui 2-2,5%.

Se allora stimiamo che al massimo nel corso del prossimo anno la crescita dell’aggregato monetario si aggiri sul 6 %, l’inflazione massima che si ci può aspettare 1,8-1,9%, con un tetto massimo del 2,5%.

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