venerdì 6 agosto 2010

Pil Usa nei particolari

Dal sito governativo americano http://www.bea.gov/, ho ottenuto l’ultima lettura del Pil americano per il secondo trimestre 2010, e volevo rivedere con voi alcuni aspetti salienti (non mi metto neanche a discutere delle revisioni continue che questi dati subiscono ogni mese, visto che molti blogger hanno a lungo esaminato tali aspetti).

Cominciamo dai consumi privati. Note

In via tendenziale credo si possa tranquillamente affermare che il boom dei consumi non sia nè successo nè sta avvenendo. Ciò infatti rispecchia la brutta situazione del mercato del lavoro, il quale è da mesi impaltanato in una brutta situazione, che si riflette infatti sui consumi, che nel Q2 2010 sono aumentati del 1,15% rispetto al disastroso anno scorso.

Continuamo poi con gli investimenti privati.

Note1 Personalmente ritengo l’andamento degli investimenti privati il più importante dato che il Pil possa esprimere. Infatti gli investimenti si dividono in 2 categorie,

gli investimenti fissi divisi tra:

  1. Non residenziali
  2. Edifici
  3. Software e apparecchiatura
  4. Investimenti residenziali

e la variazione delle scorte di magazzino. Focalizziamoci su quest’ultima. Per 2 trimestri consecutivi (4Q 2009 e 1Q 2010) ha registrato impennate importanti, vicine al 3%. Poi però, in quest’ultimo trimestre, vi è stata una caduta e dal 3% si è passati all’1%. Il dato complessivo degli investimenti si è comunque mantenuto forte grazie al controbilanciamento degli investimenti fissi, che non aumentavano con un tale impetito da periodi antecedenti il 2005.

Però il dato delle scorte pone seri dubbi sulle prospettive future. Molti, tra economisti e blogger, hanno sostenuto che l’attuale “ripresa” è guidata da due fattori, che non posso autoalimentarsi per molti trimestri. Questi 2 fattori sono:

  1. gli aiuti statali e gli interventi pubblici (ne abbiamo già visto i rischi e le eventuali conseguenze)
  2. ripristino dei magazzini a seguito della crisi dei consumi.

I dati parlano infatti chiaro. Apparte il punto 1. , il punto 2. sembra effettivamente la spiegazione più attendibile che si possa dare a questa ripresa. Riguardiamo i dati. Per 8 trimestri (2 anni) le variazioni hanno registrato trimestre dopo trimestre variazioni negative, poi, dal 3Q 2009 hanno ricominciato a crescere. Ad ora siamo al 4° trimestre consecutivo di crescita (cosa che non si è mai verificata dal 2005), voi pensate che sia sostenibile una crescita esponenziale delle scorte con i consumi privati “congelati”?

Chiudiamo questa analisi con la contribuzione di ogni macrovoce al Pil totale.

Note2Due qui sono le tendenze da evidenziare.

  1. Nonostante gli sforzi del presidente Obama e del suo entourage, l’America dipende sempre di più dai consumi privati, ed è una tendenza che è destinata a crescere, visto che dal 2005 siamo passati dal 69,8% al 70,4%.
  2. La forza compressione degli investimenti privati, la vera nota negativa di questa crisi. La loro compressione (dal 17,7% al 12,7%) si è fatta sentire e si farà sentire, visto le implicazioni che gli investimenti hanno sul futuro economico, politico e sociale di una nazione sviluppata.

Chiudo con una considerazione. L’economia Us tiene, ma comincia a mostrare qualche crepa. Il dato principale da tenere sotto osservazione sono le scorte di magazzino. Se continuasse a rallentare, o ancor peggio, passare in negativo, i segnali comincerebbero a diventare conferme…

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