AGGIORNAMENTO DEL 26 LUGLIO 2011
I fatti alla fine hanno confermato quella che era la mia previsione, che ormai tutti riconoscevano ma nessuno voleva attuare. Certo che nel complesso del "default guidato" non si sa ancora nulla, e la preoccupazione di essere davanti un pasticcio pur di tener su la baracca c'è ed aleggia sempre di più sulle nostre teste.
Un'altra cosa che su cui vorrei aggiornarvi e che sto riprendendo in un nuovo post è che la previsione che riportavo su questo post era basata sul un debito pubblico (che sulla tabella non è riportato) che a fine anno doveva essere di 1.891 miliardi di euro. Ai dati di maggio 2011, il debito pubblico invece a segnato un nuovo record a 1.897, raggiungendo quindi il mio target prefissato con mezzo anno in anticipo. Il che porta ovviamente a rivedere la previsione del debito/pil, che potrebbe facilmente per fine anno sfondare i 120-121 % su Pil.
La scorsa settimana, il mio professore di scienze delle finanze (che è stato anche sottosegretario all’economia) ha svolto un interessante lezioni sul debito pubblico permettendoci di capire come tale debito possa essere influenzato da fatti esogeni ed endogeni.
Per rendere il discorso molto più fluido, i fattori che contribuiscono a generare debito pubblico (e quindi aumentare il rapporto debito/pil) sono:
FATTORI ESOGENI
- Il tasso di interesse del debito: è di fatto stabilito dal mercato anche se è ovviamente influenzato dalle dinamiche fiscali
- La crescita economica
- Il debito e il rapporto debito/pil dell’anno precedente
FATTORI ENDOGENI
- Il saldo primario, cioè la differenza tra entrate e spese, depurando quest’ultime dal costo degli interessi. Qui infatti il governo ha pieno controllo di spesa ed entrata, infatti per migliorare tale valore due sono le strade: o si aumentano le entrate o si diminuisce la spesa pubblica.
Con tali valori e con diversi passaggi matematici si è in grado di determinare una pseudo evoluzione dei conti pubblici. Prendendo quindi delle stime dall’Ocse e dal Imf vi propongo le mie previsioni per i tre stati che per ora sono i più “system risk”: Italia, Spagna e Grecia.
Questi quindi sono i risultati che la proiezione mi ha fornito. Ora però è anche giusto commentarli perché appaiono sicuramente di difficile comprensione.
DEBITO/PIL RATIO
La prima analisi è sul rapporto debito/pil. Ovviamente trattandosi di un rapporto può variare a conseguenza di una variazione sia del numeratore che del denominatore. Nei casi analizzati di Spagna e Grecia il rapporto continua a crescere proprio per via della bassa o ancora negativa crescita
AGGIUSTAMENTO e ENTITA’ DELLA MANOVRA
Questo dato invece è molto interessante. Infatti ci permette di “sapere” la dimensione di una manovra fiscale per mantenere il rapporto deficit pil invariato rispetto all’anno precedente (calcolato in rapporto sul pil). Se per esempio all’Italia servirebbe una manovra di 1,2% 0,1% il pil (1 miliardo per ora.. ) alla Spagna e alla Grecia dovrebbero servire manovre di 5,5% e 6,2% 8,9% e 9,5% per il 2011, rispettivamente 57 93 e 14 22 miliardi di €: manovre che creerebbero una nuova recessione e quindi un ulteriore aumento del rapporto debito/pil. Di male in peggio quindi…
Se ci limitiamo a guardare le dimensioni delle entità delle manovre la Spagna pone più di un problema. Quasi 200 miliardi di euro da “recuperare” in 3 anni sono un grosso impedimento, sia perché potrebbe provocare una nuova recessione e sia perché i tassi sono visti in ascesa nei prossimi tre anni.
La Grecia poi, con una previsione dell’Ocse che vede la sua crescita ferma al –2,7% nel 2011, non vedo come possa continuare a chiedere aiuti se ad ogni semestre si ripresenta il problema. Un suo eventuale default dovrebbe essere legato all’uscita immediata dall’€uro, ma visto che un tale scenario non si era mai preso in considerazione, una ristrutturazione del debito rimane la soluzione a cui non vi sarà via di scampo.
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