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In questi giorni non ho postato molto. Le ferie e l’attuale situazione economica mi hanno tenuto giustamente lontano dal blog.
Gli argomenti però non mancano ed è ora di fare un corposo aggiornamento. Riprendo quindi il mio indicatore di sentiment globale (che ho chiamato, come i lettori più assidui sanno, IMZ) e che non aggiorno da aprile scorso.
Son passati tre mesi e si sono sentiti. Il mio personale indicatore (che è formato dalla combinazione di vari indicatori globali di sentiment) già da maggio dello scorso anno era girato in negativo, anche se la situazione sembrava in stabilizzazione.
Questo scrivevo aprile scorso:
Il superindice sulla fiducia globale (da me creato) continua la sua discesa. Ad aprile infatti il livello registrato è stato di 187,8, –17% rispetto un anno fa e –2,6% rispetto marzo scorso. La discesa comincia ad accelerare e la tendenza, evidenziata dalla media mobile tratteggiata, è già segnata da giugno dello scorso anno.
E infatti la discesa è continuata, lambendo il livello cruciale che fa da spartiacque: 160. Sotto tale livello infatti (160-170) la probabilità che si registri una crescita negativa su base trimestrale per gli Usa è molto alta. Questo grazie ad una correlazione molto forte (r2 > 0,68) che c’è tra l’Imz e la crescita trimestrale reale del Pil Americano.
Se ciò non bastasse è molto interessante dare un occhiata ad un etf che io detengo in portafoglio e che quindi ho sempre sotto osservazione. Si tratta di un etf sui bond con lunga duration (15-30 anni) dell’area euro. Negli ultimi 3 giorni tale fondo ha avuto una accelerazione al rialzo di circa 3,5%; un immensità per un fondo obbligazionario (anche se sulle scadenze lunghe ovviamente ci si può aspettare tale volatilità). Certo, mi si potrà dire che tale impennata sia stata generata dallo switch proveniente dagli Usa (che hanno perso la tripla A) verso titoli tripla A europei (Francia, Germania e Olanda) o dall’intervento della Bce sul mercato per acquistare Btp italiani (circa il 25% del fondo). Sul primo punto non avrei niente da obbiettare, ma sul secondo punto metterei qualche punto di domanda, perché se fosse vero il fondo nell’ultimo periodo dovrebbe essersi ritrovato a livelli molto inferiori rispetto alla lateralizzazione degli ultimi 3 mesi.
Ritornando però alla aspetto centrale dell’importante movimento di questo fondo, bisogna anche ricordare che in due giorni anche l’indice tedesco ha perso 10%, quindi ora il mercato secondo il mio modestissimo parere non sta più solo scontando l’eventualità di un “big default” in Europa, ma anche una ormai non più remota possibilità di “double dip” o recessione.
Fatto che coinciderebbe con la possibilità di una riduzione dei tassi già dal prossimo mese. Infatti, dai calcoli che Ishares fornisce sul suo sito, questo fondo ha una duration modificata ad oggi del 13,50%. Questo vuol dire che ad una variazione di 1% dei tassi, il fondo si muove percentualmente in senso opposto del 13,5%. In questi ultimi 2 giorni la variazione positiva del 3,5% coinciderebbe con una riduzione dei tassi di circa 25-30 punti base.
A settembre si ritornerà al 1,25%?
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