giovedì 14 agosto 2008

Chi vuole azzoppare la Cina?

L'analisi grafica la tratteremo dopo. Quello che a me importava analizzare oggi sono le ragioni per cui nel giro di nemmeno un anno la Cina è diventata da “nuova frontiera economica ” a “uno stato fermo con costi produttivi molto maggiori di suoi diretti concorrenti”. La sento e le sentirete anche voi sotto molte salse questa frase, ma io non riesco proprio ad avallarla. Sia chiaro, la Cina non mi è per niente simpatica, ma gli riconosco almeno che ha saputo “shockare” il mondo in poco più di un decennio, cose credo che mai in ambito economico siano successe in tempi così tempestivi. Per questa importante ragione, dunque, non vedo il perché condannare già morta e sepolta una delle regioni “forse” con più possibilità di apertura economica e democratica. La Cina, dopotutto, possiede un vastissimo mercato interno che non è ancora sfruttato! È giusto ricordare che la fortuna cinese è arrivata non dai consumi del proprio popolo (due volte l'Europa o più?!?!?) bensì dalle esportazioni di beni di consumo che noi europei e americani richiedevamo. Non per niente la Cina, con il presentarsi di un reale rallentamento americano, e ora europeo, ha ridotto di quasi il 3 % il suo pil, a circa il 7,5% (l'anno scorso mi sembra aggirasse attorno ai 10 punti percentuali). Dopotutto, il forte ribasso ( conseguenza anche della bolla speculativa) è stato uno dei primi sintomi del rallentamento dell'export più che del Pil. Ma ora, la Cina deve mettersi in testa, che se vuole riprendere a crescere, forse più “lentamente”, ma costantemente, deve obbligatoriamente puntare sul proprio mercato interno, che, se facciamo un analisi abbastanza superficiale, sembra stia andando in mano agli europei e americani, che conoscendo già in maniera approfondita le economie di mercato riconoscono l'importanza di un mercato in forte espansione e sanno coglierne i frutti prima di chiunque altro.


Ora però viene il momento del grafico (dell'hang seng), insindacabile per commenti e opinioni. Partiamo da un fatto: siamo entrati in bear market da parecchio tempo. Dunque, la tendenza generale è ribassista. Ora i corsi si sono incastrati in un triangolo con tendenza ribassista che effettivamente mi ha beffato perché quando ha tentato anche solo di avvicinarsi, la velocità e il macd hanno invertito fortemente al ribasso, mentre il sentiment è rimasto stabile. Oggi, però, mi sono accorto di una figura quasi completata che prospetta tutt'altro scenario che settimane fa avevo ipotizzato: si sta creando (ed ultimando) un chiaro testa spalle ribassista partito dai primi mesi del 2007. La figura in questione, dunque, non è riferita al breve periodo, ma anzi sembra annunciare altri fortissimi crolli. Se infatti si avverasse lo sfondamento del collo o neck-line (area 21.000-21.110 circa) in maniera decisa, non tipo “una toccata e via”, gli obbiettivi più che realistici sarebbero in zona 7.700-7.800!!!! Allora forse hanno ragione quei analisti che, come detto prima, annunciano non dico la fine, ma un forte rallentamento dell'economia del dragone? I grafici ora sembrano dire che è più che plausibile una evoluzione in tal senso dello scenario, ma per esserne più certi bisognerà aspettare ancora qualche settimana.


Ma ora una domanda sorge spontanea? Se la Cina si “ferma”, noi il bottom della crisi, come ha recente detto l'amministratore di Unicredit, lo abbiamo già toccato, o Profumo si sbaglia???

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