giovedì 25 febbraio 2010

Livelli occupazionali made in US

Il livello occupazionale è uno degli aspetti fondamentali dell’analisi dei cicli economici e determinarne l’esatto momento del cambio di tendenza è un ottimo indicatore di ripresa del ciclo economico.

Questo sotto è la situazione occupazionale americana degli ultimi quasi 40 anni. Come si vede, il treno dell’economia americana in 40 anni ha quasi raddoppiato i posti di lavoro, da 80.000.000 di impiegati a quasi 140.000.000. Questa crisi, però, ha fatto ritracciare velocemente verso i 138.000.000 di occupati, ben distante dal picco occupazionale registrato pochi anni fa, verso la fine del 2007, a 146.665.000 occupati (-8.330.000 persone occupate, pari al 5,68 degli occupati). [1]

situazione occupati

Se andiamo poi a osservare la variazione annuale (linea rossa), notiamo una forte inversione negli ultimi 4 mesi, e confrontando i dati storici, sembra che ci stiamo approcciando ad una stabilizzazione, comunque lontana dal generare nuova occupazione.

Altra analisi interessante è data anche dal Google domestic trend, che in base alle ricerche effettuate da tutti gli utenti, definiscono dei trend su svariati settori aspetti economici, tra questi proprio il dato sulla disoccupazione.  

UNEMPLOY

Dai picchi dei primi mesi dell’anno, le cose sono ritornate ai livelli del 2007 (questo è il dato sulla variazione, non sul valore dell’indice) e infatti, mantenendo per “corretti” i dati ufficiali sulla disoccupazione, in questi ultimi mesi il tasso si è stabilizzato e comincia, lentamente, a ridursi.

Riassumendo, mi sento di dire che la stabilizzazione che molti si aspettavano ancora mesi fa sia appena cominciata. Ora l’obbiettivo però non è mantenere lo status quo, ma creare nuova occupazione, e velocemente.

[1] Da porre molta attenzione ai dati, perchè sono sempre oggetto di pesanti aggiornamenti e revisioni che possono avvenire anche a parecchi anni di distanza a causa di “cavilli” teorici che tendono anche ad inquinare lo stesso dato. Leggi anche l’articolo a riguardo di Andrea, autore di icebergfinanza: [leggi articolo] .

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sabato 13 febbraio 2010

Secondo il Fondo Monetario Internazionale a fine anno il tasso di disoccupazione americano sarà sotto l’8%!!!

Applicando i principi economici della Legge di Okun, che va a rapportare il prodotto interno lordo e il tasso di disoccupazione (esemplificato), si è in grado di farsi un idea della correlazione che indica la misura della diminuzione della disoccupazione in relazione ad ogni punto percentuale guadagnato di Pil.

Bene, il grafico, da inizio 1999 con dati trimestrali, indica questo.

okun Usa

Se il grafico vi dice poco o nulla, vediamo di vederlo interpretato come una semplice tabellina, rapportando ogni ipotetico tasso di disoccupazione al relativo ipotetico tasso di crescita TRIMESTRALE.

Unemployment Gdp

2

7,29
4 5,62
6 3,95
8 2,28
10 0,62
12 -1,05
14 -2,72
16 -4,39

Avendo a disposizione 44 serie di dati, non molti ma abbastanza per riconoscere affidabilità statistica alla tendenza lineare, ne ho ricavato direttamente la formula, che mi ha permesso di stilare la tabella qui sopra.

Essendo di fatto una visione statica della situazione, ho pensato che applicando tale formula a delle stime di crescita attendibili, avremmo avuto come risultato l’ipotetico tasso di disoccupazione americano.

Ecco quello che ne è venuto fuori:

Stima Gdp Imf + 2,7 %
Tasso di disoccupazione ipotetico a fine 2010 7,50% circa

Il che, rappresentato graficamente, risulterebbe così*:

unproj

Meglio di nulla, no?!?

*: Il grafico è basato sui dati trimestrali ottenuti dal seguente link http://data.bls.gov:8080/PDQ/outside.jsp?survey=ln (Quarterly). Ho scelto i dati trimestrali per mantenere una correlazione temporale con i dati del prodotto interno lordo.

giovedì 11 febbraio 2010

Ritorno al mio blog con un grafico tutto mio!

Oggi ritorno alla mia vecchia abitudine di pubblicare qualcosa…  qualcosa di nuovo.

La mia idea quest’oggi era confrontare le variazioni ANNUALI degli Initial Jobless Claims, che come saprese viene comunicato ogni giovedì della settimana dal 1957 (che indica il numero di persone che hanno richiesto quello che potrebbe chiamarsi in Italia “assegno di disoccupazione”) e l’andamento del Dow Jones Index. Logicamente per rendere bene l’idea della correlazione, ho invertito il segno degli IJB, perché di per se un loro aumento determina un peggioramento occupazione, e quindi, economico.diariofinanziario.info

Forte correlazione, molto evidente. Quella sul grafico è la situazione degli ultimi tre anni (dal 2007). Ora sembriamo in una fase di stallo: si andrà giù o si andrà su?

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sabato 23 gennaio 2010

C’è qualcosa che non va?!?

assets and svalutation

E’ da un ora che non mi riesco a spiegarmi come possa essere possibile?

Come è possibile che i Nonperforming assest (attivi bancari come mutui o prestiti che sono già incorsi in ritardi e dunque potenzialmente inesigibili) relativi ai sola categoria consumer (cioè della normale clientela privata) continuino a crescere e le relative svalutazioni di tali attivi diminuiscono?

Una spiegazione potrebbe essere sicuramente che le svalutazioni devono essere tra loro sommate trimestre dopo trimestre e rappresenterebbero allora una situazione ben diversa. Ma resta in tal caso evidente come dal secondo trimestre le svalutazioni hanno cominciato a ridursi a ritmi molto veloci. Ma saranno veramente rose?

sabato 16 gennaio 2010

Grafici che fanno pensare

Rally

RetailSales

cpi

Da trimestrale JP Morgan, 4Q 2009:

Prime mortgage net charge-offs were $568 million (3.81% net charge-off rate1), compared with $195 million (1.20% net charge-off rate1) in the prior year.

[…]

The managed provision for credit losses was $8.9 billion, up by $360 million, or 4%, from the prior year. The resulting firmwide allowance for loan losses to end-of-period loans retained1 was 5.51%, compared with 3.62% in the prior year. The total consumer-managed provision for credit losses was $8.5 billion, compared with $7.4 billion in the prior year, reflecting higher net charge-offs across most consumer portfolios, partially offset by a lower addition to the allowance for credit losses primarily relating to Card Services. Consumer-managed net charge-offs were $6.6 billion, compared with $4.3 billion in the prior year, resulting in managed net charge-off rates1 of 6.05% and 3.62%, respectively. The wholesale provision for credit losses was $421 million, compared with $1.1 billion in the prior year, reflecting releases in the allowance for loan losses in the current quarter due to loan sales and repayments offset by higher charge-offs. Wholesale net charge-offs were $1.2 billion, compared with net charge-offs of $217 million in the prior year, resulting in net charge-off rates of 2.31% and 0.33%, respectively, reflecting continued weakening in the credit environment. The firm’s nonperforming assets totaled $19.7 billion at December 31, 2009, up from the prior-year level of $12.7 billion.

Allora è proprio vero: le svalutazioni non sono ancora finite!