sabato 31 dicembre 2011

Fuga dai depositi: l’Italia è la nuova Grecia?

L’altro giorno, appena pubblicato il post sulla situazione dei conti correnti in Italia, mi è sorta l’idea di voler fare un vero confronto tra il sistema bancario italiano e greco. E allora mi sono ripreso un po’ di dati e…Depositi bancari in italia e grecia 2011 …la realtà è disarmante! Il picco dei depositi infatti combacia (inizio 2011) però l’andamento conseguente dei due sistemi bancari è ampiamente diverso. La caduta dei depositi greci è costante e continua da ormai due anni, mentre per il sistema italiano la caduta può essere paragonata più ad una fase di lateralizzazione.

Qualcuno potrebbe però osservare che la crisi italiana sia cominciata solo pochi mesi fa, mentre la crisi greca è ormai al suo secondo anno, quindi ho voluto equiparare il tasso di variazione dei depositi annuale, in modo che i due picchi massimi coincidessero (ho cioè arretrato la variazione italiana di 9 mesi).

variazione percentuale depositi bancari italia grecia 2011 2009 Penso che il grafico parli da solo….

Buon 2012 a tutti i miei lettori, e non dimenticatevi di seguirmi su Facebook e Twitter!

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Note bibliografiche

Per i dati italiani, si è utilizzata la serie storica prelevata dal sito di Bankitalia [link], tavola TAM10200, seconda colonna [DEPOSITI IN CONTO CORRENTE DEL SETTORE DETENTORE DELLE ATTIVITA' MONETARIE DELL'INTERA AREA EURO]

Per i dati greci, si è utilizzata la serie storica disponibile nel sito della Bank of Greece [link], Deposits held with credit institutions, breakdown by sector

giovedì 29 dicembre 2011

Depositi bancari in Italia: un’analisi super partes. Dicembre 2011

In questi giorni c’è molta discussione riguardo la fuga dai conti correnti che gli italiani tengono presso i propri intermediari bancari italiani. Ma proviamo a vedere la realtà per quella che è, prendendo a riferimento i dati ufficiali della Banca d’Italia [link all’ultimo bollettino].

STOCK DEI DEPOSITI BANCARI IN ITALIA

Depositi crescita

Il grafico mostra come negli ultimi 13 anni i depositi bancari siano cresciuti ad un ritmo pressoché costante (7,31% annuo). Dal 2009 però cominciano a registrarsi diverse anomalie. Si riesce chiaramente a vedere che i depositi sono cresciuti ad un tasso molto alto a partire dalla fine del 2008, anche forse a causa del collasso di Lehman Brothers e della fuga dagli investimenti “rischiosi” (con destinazione i depositi, ritenuti più sicuri). Dai massimi del 2009, i depositi ora sembrano in fase di leggera discesa, non certo una caduta verticale (siamo a circa un 5% dai massimi del maggio del 2010).

Tendenza che si conferma anche osservando i tassi medi applicati suoi depositi (interessi attivi per il cliente). Dalla metà del 2010, come si può vedere dal grafico a seguire, le banche hanno aumentato il rendimento sui depositi dei clienti pur di attrarre maggior liquidità. Liquidità che però ad oggi non sembra rientrare.tassi prestito

Tanto per fare un raffronto, le banche greche hanno visto, nei primi 8 mesi del 2011 una caduta del 10% dei depositi, quando il sistema bancario italiano ne perdeva il 3,24%. La situazione greca è sicuramente diversa dalla nostra e noi potremmo essere solo all’inizio, ma confrontarci con la Grecia mi sembra, attualmente, un’esagerazione bella e buona! :)

dati %

VARIAZIONE ANNUALE

depositiQuest’altro grafico rappresenta la tabella esposta precedentemente.Si può notare che dal 2002 dopo un importante crescita dei depositi la tendenza si sia fortemente ridotta, fino ad arrivare al fallimento di Lehman Brothers (pallino rosso) che ha rimesso in discussione tutto, generando un fortissimo afflusso di capitali verso i depositi. Poi però qualcosa è successo. Dall’agosto del 2009 la caduta è ripidissima, fino ad arrivare a novembre 2010, mese in cui è cominciato il vero deflusso dei depositi (che continua tutt’ora). Molti quindi potrebbero dire che questi depositi si siano trasformati in contante, ma questa affermazione risulta inesatta. Infatti in questi ultimi mesi la correlazione tra banconote e depositi è positiva, per cui non si può riscontrare tale “switch”.

Questa post rappresenta un mio tentativo di mostrare la realtà dei fatti con gli innumerevoli dati statistici che Bankitalia ci offre. Invito quindi i lettori a giungere autonomamente alle proprie conclusioni.

Fonti: Bollettino bankitalia e sito web http://www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin/banc_fin/pimsmc/pimsmc11/sb63_11/suppl_63_11.pdf

Ho scritto questo post perché ho letto un interessante post di FunnyKing [link] che non mi appariva molto chiaro. Diciamo pure che questo è un “post di risposta” per ampliare il discorso. Potevo scrivere un lungo commento, ma almeno in questo modo si ha la possibilità di raggiungere molti più lettori. Ricordati di diventare fan del mio blog su facebook!

mercoledì 28 dicembre 2011

Imz Novembre 2011: sarà una forte recessione

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Lo scorso aprile, in un vecchio post, scrivevo che il superindice della fiducia IMZ era orientato verso una lenta discesa e che la crescita del Pil americano attesa per il secondo trimestre si sarebbe aggirata attorno al +1,4%. Ecco cosa scrivevo:

Il superindice sulla fiducia globale (da me creato) continua la sua discesa. Ad aprile infatti il livello registrato è stato di 187,8, –17% rispetto un anno fa e –2,6% rispetto marzo scorso. La discesa comincia ad accelerare e la tendenza, evidenziata dalla media mobile tratteggiata, è già segnata da giugno dello scorso anno.

In questa occasione provo di nuovo a proporre la mia previsione per il Pil americano per il 2 trimestre del 2011, utilizzando la stessa analisi utilizzata per la previsione (poi toppata) tentata lo scorso ottobre.

Dall’analisi del Michigan Sentiment Index IMZ, per il 2Q2011 prevedo ancora un rallentamento della crescita, che dal 1,8% registrato il primo trimestre potrebbe aggirarsi attorno al 1,4%.Un dato sicuramente “anemico”, che perfino l’Italia potrebbe raggiungere… 

Ebbene i dati ufficiali parlano chiaro: nel secondo trimestre la crescita del Pil americano si è aggirata attorno al +1,3%, salvo revisioni future. E quindi la previsione era corretta.

 

Ma continuiamo ora con i dati aggiornati del superindice. A giugno 2011 si è confermata con certezza la tendenza ribassista, e il crollo dell’indice continua da ormai 5 mesi.

image Il valore dell’indice a novembre era di 155,5, ben un 38% in meno dello scorso anno. Nel terzo trimestre scorso i dati ufficiali americani hanno registrato una crescita del Pil del 2%, ma secondo il sottoscritto tale dato verrà fortemente rivisto nei prossimi mesi fino ad avvicinarsi allo zero.

Il modello mi suggerirebbe che per l’ultimo trimestre del 2011 la caduta sarebbe veramente importante (-2%/-3%), ma tali valori mi sembrano troppo eccessivi. Una previsione che però mi sento di affermare è che nel 4° trimestre il GDP americano si stabilizzerà attorno allo -0,5% con una probabilità dell’80%. Al prossimo aggiornamento per vedere se anche questa volta la previsione si è rivelata corretta.

giovedì 1 dicembre 2011

Debito pubblico italiano [Settembre 2011]

E’ da marzo che non vi tengo aggiornati sulla situazione del nostro debito pubblico e ora è venuto il momento di riprendere in mano i grafici.debito pubblico settembre 2011 Appare evidente come la sua salita sembri in rallentamento, tendenza testimoniata anche dal fatto che a settembre 2011 rispetto allo stesso mese il debito è cresciuto del 2,11% (al terzo trimestre l’economia italiana è cresciuta al 0,8%).

Mi sono quindi preso la briga di analizzare le variazioni mensili degli ultimi 5 anni in milioni di €uro, notando dei particolari molto interessanti. debito mensile Dall’apice della crisi, che sul debito pubblico è coincisa con il settembre e l’ottobre del 2009, il debito pubblico è sempre cresciuto di 65 miliardi di €uro al mese, una cifra effettivamente imponente. Però in questi ultimi 2 mesi il tasso di crescita è ampiamente diminuito sotto i 60 miliardi di €, fermandosi ai 38,934 di settembre (se notate però il mese di settembre è sempre stato un mese “buono” per il nostro debito). Ora, potrebbero anche essere giochetti contabili [Post di MercatoLibero], però posti davanti al fatto compiuto non rimane che attendere il dato di ottobre, che verrà pubblicato il 15 dicembre prossimo. Solo allora saremo in grado di fare un ragionamento più puntuale.