martedì 29 marzo 2011

Jobless claims in eterno miglioramento

Oggi riprendiamo il discorso ormai non più aggiornato da un mese sulle richieste di disoccupazione americane.

I dati sembrano confermare, nonostante i tanti punti interrogativi, che almeno sul fronte richieste l’andamento del mercato occupazionale americano è in forte ripresa.

Infatti dall’inizio del 2011 la variazione percentuale è nettamente migliorata. Per ora quindi continuerà la fase di miglioramento. Eventuali segnali di inversione si potrebbero avere con valori di Dow Jones inferiori a 10.900, che rimangono pur sempre lontani per ora. 

Jobless claims e Dow Jones Marzo 2011

domenica 27 marzo 2011

Imz marzo 2011: il calo della fiducia comincia

Lo scorso 24 febbraio lo avevo annunciato. Non si sarebbe superato il dato di febbraio (il definitivo per febbraio è stato di 204,5) e infatti il calo è stato intenso.

Il dato di marzo infatti è calato a 192,7, –6% rispetto a febbraio e   –11% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Una bella sosta, non c’è che dire. Imz marzo livello fiducia internazionaleIndicativamente vi fornisco anche un livello chiave da dover tenere sott’occhio: “160”. Infatti per livelli inferiori a 160 sono sempre combaciati con periodi di “crescita negativa” del prodotto interno lordo (americano). Staremo a vedere…

mercoledì 23 marzo 2011

€coin e stime crescita I trimestre 2011

Lo scorso gennaio avevo stimato una crescita per l’area euro di un misero 1%. Stima che era in effetti sottostimata, visto il +2,01% certificato dalla Bce.

Ora però il metodo di stima è stato migliorato, e oggi mi sento di fornire una nuova stima per il primo trimestre 2011 che sta per concludersi.€coin e GDP zona euro q1 2011La mia stima mi suggerisce che la crescita per il primo trimestre 2011 (marzo 2011) dovrebbe aggirarsi sul +1,90% con un possibile errore di 0,50 % (cioè viene a definirsi quel range 1,40/2,40 evidenziato sul grafico dalla zona rossa).

In definitiva, la crescita economica viene a stabilizzarsi ai dati dell’ultimo anno solare.

martedì 22 marzo 2011

Cassa integrazione febbraio 2011

Cassa integrazione a tinte sfumate quella che si presenta a febbraio 2011. Per gli operai, infatti, continua la buona impostazione, passando dal –25,1% al –31,1% su base annuale(52,6 milioni di ore, correttamente previsto lo scorso gennaio), continuando il trend discendente da giugno 2010.Ore Cassa integrazione operai cig febbraio 2011 Situazione invece leggermente diversa per gli impiegati. Il dato è sicuramente positivo, confermando un trend ribassista, ma la caduta si è un po' affievolita, passando dal –26,9% al –13,1%.Ore Cassa integrazione impiegati cig febbraio 2011 Sul totale invece, la tendenza è sempre più impostata al ribasso, e aumenta il suo ritmo continuamente da settembre.Ore Cassa integrazione totale cig febbraio 2011 In previsione per marzo, prevedo un ulteriore diminuzione della cig operai, avvicinandosi ad un range compreso tra i 55 e i 65 milioni di ore.

sabato 19 marzo 2011

Conti consolidati delle amministrazioni pubbliche; 2004-2009

Oggi vorrei soffermarmi su un analisi più generale dei conti pubblici, avendo riscontrato che i miei precedenti post sono ampiamente limitati e di dubbia utilità, visto anche i nuovi dati che ho recuperato dalla Banca d’Italia.

Note Questo riportato sopra è il “conto economico” della azienda pubblica Italia. Evidenziati in più punti vi sono (contrassegnati dai numeri cardinali)

  1. Le entrate correnti, cioè tutte le imposte dirette (Irpef,…) e indirette (Iva,…)
  2. Il totale delle entrate pubbliche
  3. Le spese correnti
  4. Il totale spese

La voce (1) e (3) le ho evidenziate con diverse tonalità, in modo da indicare la tendenza che si è sviluppata negli ultimi 5 anni: verso il verde crescono e verso il rosso calano.

Cominciano a prendere in considerazione le entrate e le spese correnti (1-3). Non notate qualcosa di strano? Dal 2004 a 2008 hanno seguito una stessa tendenza, mentre nel 2009 le entrate sono calate più intensamente rispetto alle spese, che infatti sono cresciute di 16.000 mld di € rispetto il 2008. E guarda te, il disavanzo primario, dato dalla differenza di queste due voci, è andato in rosso di 31.000 mld di €, quando per i tre anni precedenti era fortemente in positivo. Attenzione perché l’andamento del saldo primario è il primo fattore che influenza l’andamento del debito pubblico. E i dati del 2010 non saranno molto più positivi.

Note1Poi, andando a guardare con più precisione le spese correnti, appaiono evidenti molte dinamiche che trovano la loro conferma anche nei discorsi di tutti i giorni. In particolare:

  • la voce “prestazioni sociali in denaro” (pensioni,…) negli ultimi 5 anni sono cresciute di un 4,42% annuo, contro una già pur pesante crescita della spesa totale annua del 3,64%.  E’ qui infatti che nascono i grandi problemi italiani, che rappresentano anche un anomalia europea. Una crescita a questi tassi nel giro anche di dieci anni diventerebbe insostenibile (agli attuali tassi da 291.000 mld a 449.000 mld di €).
  • La voce interessi su debito. Non è tanto il valore in se a preoccupare, ma il rapporto della sua grandezza rispetto alle altre voci di spesa. Pensare che la voce interessi nel 2009 era maggiore delle spese in conto capitale (investimenti, infrastrutture,…) e rappresentava 1/4 (25%) della spesa per le prestazioni sociali ci fa capire ampiamente la sua “forza frenante” che genera sui conti pubblici. Nell’ultimo anno, poi, i tassi sulle obbligazioni pubbliche sono tendenzialmente cresciuti, e in concomitanza con la crescita del debito per il 2010 prevedo un forte rialzo di questa componente sui conti del 2010.

Note2Poi un ultima considerazione anche sulle entrate. Come abbiamo detto prima nel 2009 sono diminuite di quasi un 5%, ma se prendiamo le singole voci notiamo un importante divergenza: le imposte indirette (cioè sui consumi) erano in calo già dal 2008. Calo dei consumi o evasione? Nessuno può dirlo con certezza, ma sta di fatto che per ora è l’unico indicatore che dai conti pubblici ci avrebbe suggerito una attenzione ancora maggiore all’esplosione della crisi del 2009.

lunedì 14 marzo 2011

Una non-notizia: debito pubblico record vicino a 1.900 mld €

Debito pubblico italiano Gennaio 2011Una “non-notizia”: il debito pubblico raggiunge un altro record nel mese di Gennaio, vicino ai 1.900 miliardi di euro. E il tasso di crescita annuale rompe un importante trend ribassista, fissandosi ad una crescita del 5% rispetto allo scorso gennaio.

E la tendenza ovviamente sarà ancora al rialzo. Però  ora i tassi cominceranno a crescere e la sostenibilità del debito potrebbe diventare più difficile…

domenica 13 marzo 2011

Caro mutuo quanto ci costi! (Tasso Eonia)

Oggi non voglio annoiarvi con il solito Euribor, visto che in quest’ultima settimana tutte le principali testate giornalistiche e televisive vi avranno ormai bombardato di analisi e pareri. Invece, era mia intenzione analizzare un altro tasso interbancario, che si rifà allo scherma dell’Euribor, ma molto più volatile.

Ebbene, questo tasso è l’Eonia (Euro OverNight Index Average). L’Eonia rappresenta un Euribor per così dire molto più volatile, perchè rappresenta la media dei tassi a un giorno (cioè riferiti a prestiti di brevissima durata, non come l’euribor 3 mesi che ha una “duration” più lunga) che le maggiori banche europee fissano tra di loro. L’Eonia infatti viene riconosciuto come il primo tasso che viene influenzato dalle decisioni di politica monetaria, e in cascata ricade sui vari euribor a 1 settimana fino a quello su base annuale.

Partiamo con i dati. L’Eonia in questi giorni è a livelli storicamente bassi (circa 0,79 %) che perdurano ormai da ben un anno e mezzo. Ultimamente, da luglio dello scorso anno, la tendenza sembra in movimento rialzista, registrando qualche strappo in rialzo (media a 1 mese; linea nera) per poi calare successivamente, ma segnando sempre minimi superiori ai precedenti.Eonia e corridoio tassi MARZO 2011Sul grafico poi è stato riportato la previsione di un aumento dei tassi il prossimo mese a 1,25 punti percentuali e stiamone certi, un tale aumento provocherà un effetto “calamita” all’Eonia. Il grafico infatti richiama l’andamento dell’Eonia (blu) all’interno della corridoio dei tassi deciso dalla BCE. Si può notare infatti come durante l’apice della crisi finanziaria l’Eonia crollava in maniera decisa proprio in concomitanza alla revisione degli stessi tassi di riferimento. Quindi, finché il tasso di riferimento non sarà fissato il prossimo mese, forti scossoni rialzisti (anche di 25 pb) non sono previsti.

Poi, a titolo informativo, vi riporto l’intensità di variazione ad un anno, che si sta rafforzando dall’inizio del 2010, segno forse che qualche movimento al rialzo è già anticipato dal mercato.Intesità variazione Eonia MARZO 2011

lunedì 7 marzo 2011

Delinquency rate e svalutazioni: ancora irrimediabilmente alti!

Oggi lascerò lo spazio a tre importanti grafici riguardanti le svalutazioni bancarie e i delinquency rate americani (l’equivalente dei nostri tassi di insoluto), dedicandone ad ognuno un piccolo commento.Svalutazioni bancarie e prestiti coperti da ipoteche - usa - 2010 Il primo grafico è un confronto che riguarda il totale dei prestiti erogati da principali 100 istituti bancari americani e le relative svalutazioni su tali prestiti. Due le dinamiche che credo siano da evidenziare:
  1. Dalla metà del 2009 i prestiti contratti con ipoteche hanno seguito un evidente trend ribassista. Molti potranno dire che il cittadino americano può aver cambiato metodo di acquisto, pagando in contanti i suoi acquisti più importanti, ma in una situazione economica è del genere è impensabile.
  2. Le svalutazioni dopo il picco di fine 2009 si noto fortemente ridotte, ma all’ultimo trimestre disponibile (il terzo del 2010) esse ammontano ancora a 15 miliardi di $ nel singolo trimestre. Ancora troppo alte per non tenerle ancora in considerazione.
Tasso delinquency USA 2010 Il secondo grafico invece riprende in parte il primo (riportando di colore blu le svalutazioni nette) aggiungendo anche il tasso di delinquency del periodo. Il tasso di delinquency è quello che per noi italiani è il tasso di insoluto, cioè il numero di prestiti con pagamenti in ritardo sui prestiti totali. Qui la questione si ridimostra ancora più nella sua gravità. Nel 2007 il tasso medio era perfino inferiore del 2%. Al terzo trimestre del 2010 viaggiava stabilmente sopra il 10%. E, almeno statisticamente, potrebbe rimanerci per un periodo prolungato.
Note2 Il terzo grafico invece mira a dimostrare la forte relazione che c’è tra i due dati. La relazione non è fortissima (>50%), ma a titolo teorico è facile osservare che per far rientrare il tasso di delinquency sotto l’8% le svalutazioni attuali dovrebbero ridursi di 2/3 (Vale ovviamente anche il discorso opposto se partiamo da un target per le svalutazioni di 5 miliardi). In evidenza poi c’è il quadrato nero, che è il dato riguardante il terzo trimestre del 2010. Questo grafico poi è interessante perché ci permette di vedere visivamente il percorso cronologico dei due dati. E se da un lato le svalutazioni si sono ridotte (quindi prettamente un ambito finanziario) dall’altro il tasso di delinquency è ancora notevolmente alto e non è diminuito. Ancora di più quindi la realtà economica comincia ad allontanarsi dalla pseudo realtà finanziaria. Delle due cose o è l’una o è l’altra: o i prossimi dati mostreranno una forte caduta del tasso di delinquency e allora il mercato occupazionale/immobiliare potrà riprendersi; oppure è tutta una bolla gestita dalle banche centrale mondiali che potrebbe scoppiare dall’oggi al domani.
Non perderò di vista questi argomenti. Quando saranno disponibili i nuovi aggiornamenti, avremmo l’occasione di analizzarli di nuovo.

domenica 6 marzo 2011

Jobless claims sotto i 400.000

Le richieste sono continuamente in caduta, il che dimostra una forte dinamica di ripresa occupazione. Recupero che comincia a vedersi anche sulla variazione percentuale annuale.

Note Variazione annuale che da stabile comincia lentamente a riprendersi. E l’azionario (in rosso in Dowjones) sembra già accorgersene. Note1 Non siamo ancora in piena ripresa, perché nel confronto con lo scorso anno siamo in una situazione ancora migliore. Ma, come ho evidenziato ancora negli altri post c’è ancora molta volatilità, che porterà certamente alla definizione di un trend più chiaro.

mercoledì 2 marzo 2011

Euribor Marzo 2011 e domanda di un lettore

--- AGGIORNAMENTO ---
Dopo la riunione di giovedì scorso (3 marzo 2011) le cose sono ampiamente cambiate. La Bce si è dichiarata pronta ad alzare i tassi già dalla prossima riunione di aprile. E sull'Euribor questa dichiarazione si è subito sentita. In pochi giorni, l'obbiettivo dello scorso post (che qui sotto dichiaravo "impossibile") del 1,16% si è materializzato in un attimo, aprendo di fatto la strada ad un ulteriore rialzo.
Per cui, nel leggere questo post, tenete conto della politica economica che si poteva prevedere prima di questa "radicale" inversione di marcia.


Luigi, commentando lo scorso post sull’Euribor ha detto...
Ha deciso di modificare le Sue previsioni dopo i recenti accadimenti (Libia, adesso la Cina), aumento dell'inflazione ecc...? Tutto ciò potrebbe agire sulla tendenza alla crescita dei tassi o soltanto diminuirne il ritmo di crescita?
Colgo allora l’'occasione della domanda che mi è stata posta per aggiornare anche l’Euribor.
Domanda molto pertinente, visto che nel giro di poche settimane, almeno nell’ambito internazionale parecchie cose sono cambiate e potrebbero provocare grossi cambiamenti, anche permanenti.
Ma andiamo per sommi punti.
LIBIA e CINA
Il problema Libia sembra un “non” problema per l’andamento dell’Euribor. L’unico problema che potrebbe nascere riguarda l’approvvigionamento del greggio. Il 2% dei barili prodotti al giorno nel mondo non sono pochi, per cui una loro sospensione prolungata, anche per mesi, potrebbe logicamente avere dei risvolti “stabili” sul prezzo del greggio, e quindi sull’inflazione. Sulla Cina non credo ci possano essere ripercussioni.
INFLAZIONE
Qui invece la situazione si fa più intricata perché c’è ovviamente una correlazione, che potete notare qui sotto.NoteTassi di inflazione più alti comportano “tendenzialmente” tassi euribor più alti. Per cui l’inflazione è un fattore scatenante per l’euribor. Quindi la questione è mantenere sotto occhio l’inflazione.
Ovviamente la nostra banca centrale potrebbe attivarsi per limitare l’inflazione. Ma come può farlo? Aumentando i tassi. E aumentando i tassi non vuol dire di conseguenza aumento dei tassi interbancari? Ecco spiegata la relazione. E dato che l’euribor è un tasso interbancario il cerchio si chiude.
Per ora comunque la nostra banca centrale non si è ancora dichiarata pronta ad alzare i tassi (per non uccidere sul nascere la ripresa), anche se ieri Ben Bernanke, il presidente della Banca Federale Americana, ha lasciato una porta aperta ad un eventuale rialzo dei tassi, sottolineando però che per ora non ci sono rischi per un rialzo strutturale dell’inflazione. Quindi, almeno per i prossimi 2-3 mesi forti scossoni non ne vedo all’orizzonte.
Sulla seconda parte della domanda penso che la situazione sia stabile. Infatti, come avevo già ripetuto negli scorsi post, la crescita è stabile dallo scorso aprile, per cui la tendenza verso la crescita dei tassi è fuor di dubbio.
Sul ritmo di crescita invece la situazione si fa più intricata. Note1 Dall'ultimo aggiornamento il ritmo si è notevolmente indebolito, avvicinandosi molto vicino allo zero. E non posso negare che l’euribor possa anche scendere da questi livelli, nonostante la scorsa previsione di raggiungere gli 1,16 verso marzo (ora impossibile). La quota (minima prevista) di 1,055 è facilmente raggiungibile negli ultimi prossimi mesi.

martedì 1 marzo 2011

Analisi statistica dell’Ism: gennaio 2011

Invece di fare i soliti commenti su questi importanti indici statunitensi, vediamoli sotto un altro punto di vista. Per chi ha studiato un po’ di statistica, conoscerà la campana gaussiana (distribuzione normale) e la teoria delle deviazioni standard. Per chi non la conoscesse c’è scritto molto su wikipedia, ma in poche parole si tratta di una teoria statistica che permette, avendo la media e una serie di dati, di individuare dei margini massimi e minimi con diversi gradi di certezza, dal 64% al 99%.

In questa analisi ho usato una deviazione standard (cioè un “margine errore”) di 2, con una certezza statistica del 95%. Questo 95% tende quindi ad indicarci con certezza che solo il 5% dei dati potrebbe uscire dal range, cioè vengono definiti come anomali; e che quindi dovrebbero rientrare nel range.

Allora cominciamo con i dati. Questo l’Ism Manifatturiero americano.Note La linea blu è il dato riportato mensilmente dal 1990 a oggi (la serie esiste dal 1948). La zona verde è invece quel range che rappresenta il 95% dei dati che ci rientrano. Facile individuare l’anomalia che si è registrata per ben due volte: nel gennaio 1991 e nell’ottobre 2008. Momenti ovviamente negativi per l’economia, ma allo stesso tempo “anomali” per la distribuzione normale. Infatti, in 5/6 mesi il dato è rientrato e guarda caso ha ripreso verso il range più alto; un po’ come una molla.

Però la questione è valida anche nella parte superiore, dove ovviamente è più facile scottarsi. Il confine del limite superiore è 62 punti, mentre l’ultimo dato disponibile per gennaio è 60,8. Quindi a 62 ci si arriva in un attimo e oltrepassarlo, beh, indicherebbe che forse l’euforia economica sta sorpassando la realtà economica.

Lo stesso poi può dirsi sull’Ism non manifatturiero, che però presenta una serie di dati ben più piccola (si parte dal 2008) e quindi l’analisi con la campana gaussiana potrebbe mostrare dei dati inesatti.Note1 Dopo aver accennato alla troppa volatilità del dato non manifatturiero, qui la questione ormai è chiara. Il dato infatti è già sul range superiore e il prossimo dato (che sarà sicuramente maggiore) indicherà una anomalia statistica. Ognuno ne tiri le conseguenze…