Da oggi comincerò a scrivere qualche post riguardo aspetti più Macroeconomici che di semplice analisi tecnina. Anche perchè, come già detto dal sottoscritto, non sono in grado in un periodo come questo a fare delle previsioni azionarie.
Capire l'andamento della dispoccupazione ci permette in un primo momento di saper cogliere molto più facilmente i cicli economici e dunque basare le nostre analisi su dati e andamenti molto più accurati.
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Guardiamo la sua evoluzione dal 1995 in area EU 15. Appare chiaro che tendenzialmente è al ribasso, segno di buone politiche occupazionali e crescita economica (legge di Okun docet). L'andamento al ribasso è inoltre confermato dalla linea di tendenza (regressione lineare) che punta diretta al ribasso e che ora si aggira su valori leggermente inferiori alla reale disoccupazione (7,3-7,4% contro una disoccupazione reale del'8% - dati dic08). Per quanto riguarda il breve termine appare molto evidente l'impennata della disoccupazione. La media mobile ha decretato il suo inizio (della salita) ancora a Luglio ed averlo saputo molte persone avrebbero deciso di non investire in borsa crededendo in una ripresa.
Però c'è un però! Guardando lo spread (distanza) tra la linea di regressione lineare (nera) e l'andamento della disoccupazione (rossa) appare logico che ad un certo punto, quando la disoccupazione si distanzia molto dall'andamento tendenziale, il trend si inverte per riconvergere alla sua tendenza media. Prendiamo ad esempio il picco di marzo 2005 (8,96%). La linea di regressione vaggiava all'incirca a 8,10-8,20. Dunque il massimo spread in percentuale era di all'incirca di un 9,00% ... ma oggi a quanto viaggia? Facendo quattro calcoli della "serva", oggi risulta uno spread di 9,50%, molto più largo rispetto al 2005 ( e anche molto più ripido). Ciò va anche a giustificare la gravità della situazione, che effettivamente si può dichiarare "straordinaria ed imprevista".
Ora azzardare che entro l'anno la disoccupazione inverta almeno il suo trend ad oggi sembra difficile, però sta di fatto che statisticamente l'andamento è molto tirato e nel medio-lungo periodo una crescita così non è prevedibile...almeno se questa fosse una recessione "ordinaria"!
Però c'è un però! Guardando lo spread (distanza) tra la linea di regressione lineare (nera) e l'andamento della disoccupazione (rossa) appare logico che ad un certo punto, quando la disoccupazione si distanzia molto dall'andamento tendenziale, il trend si inverte per riconvergere alla sua tendenza media. Prendiamo ad esempio il picco di marzo 2005 (8,96%). La linea di regressione vaggiava all'incirca a 8,10-8,20. Dunque il massimo spread in percentuale era di all'incirca di un 9,00% ... ma oggi a quanto viaggia? Facendo quattro calcoli della "serva", oggi risulta uno spread di 9,50%, molto più largo rispetto al 2005 ( e anche molto più ripido). Ciò va anche a giustificare la gravità della situazione, che effettivamente si può dichiarare "straordinaria ed imprevista".
Ora azzardare che entro l'anno la disoccupazione inverta almeno il suo trend ad oggi sembra difficile, però sta di fatto che statisticamente l'andamento è molto tirato e nel medio-lungo periodo una crescita così non è prevedibile...almeno se questa fosse una recessione "ordinaria"!
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