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venerdì 20 febbraio 2009
Pessimismo esagerato

martedì 17 febbraio 2009
Zew, la ripresa economica sembra più vicina

venerdì 6 febbraio 2009
Un bell’indicatore
Oggi, giravo qua e la per internet e ho visto, un indicatore, molto lento, ma molto affidabile. Siccome era basato su dati americani, ho ricercato, per quanto mi era possibile, dati Italiani e li ho provati ad inserire in un grafico… ecco cosa è venuto fuori:
Si tratta di un confronto tra Capitalizzazione della Borsa Italiana e il nostro Pil nazionale (ovviamente su base trimestrale). Ovviamente, il grafico si basa direttamente sul rapporto (capitalizzazione/Pil) e se non è in scala, poco importa, guardiamo solo l'andamento per ora. Se fosse un indicatore economico, già a fine 2007 (ricordo che i dati riferiti a un trimestre vengono riportati dagli istituti di statistica con mesi di ritardo) ci avrebbe segnalato l'inizio perlomeno di un rallentamento economico, che poi si è dimostrato recessivo, già credo agli inizi del 2008 senza tanti studi o analisi economiche.
Ora ci troviamo compressi ad un timido, 17,30% (prendete i dati per quelli che sono,…), molto lontani dal 25% di media. Ora, si potrebbe tentare una previsione dell'ultimo trimestre 2008. Prendendo le previsioni dell'Economist, che prevede per l'ultimo trimestre una contrazione dell'ultimo trimestre del 2,1%, ho provato a calcolare tale calo sul terzo trimestre 2008 ( non so se dovevo calcolarlo sull'ultimo o il quarto trimestre 2007, teniamolo solo a fine di esempio) e risulterebbe, avendo già i dati di capitalizzazione, un rapporto pari a meno del 14%. Peccato non avere uno storico più approfondito (sul sito di Borsa Italiana sono disponibili fino al 2004), sarebbe stato interessante averlo tenuto sott'occhio, anche per vedere a quali livelli, l'economia (sia "borsistica" che reale) sarebbe ripresa… appena si avranno i nuovi dati del Pil, provvederò all'aggiornamento.
giovedì 5 febbraio 2009
La ripresa… quando arriverà?
La ripresa arriverà? E quando? Quante domande eh, sono le più semplici ma nessuno sa darne una risposta.
Limitatamente alle mie conoscenze e ai dati in mio possesso, oggi vorrei provare a discuterne a riguardo e farci una qualche idea dei prossimi trimestri.
Sta di fatto che in questi ultimi mesi tutto sia pressoché crollato, dagli ordinativi alla produzione industriale mondiale, e perfino la Cina ha "dimezzato" la sua crescita, segnale che riconferma, come se ve ne fosse ancora bisogno, la straordinarietà di questa recessione. Ma, come la storia economica insegna, prima o poi i magazzini finiscono (anche se in America non sembra così, visti i dati del GDP) e cominciano ad arrivare i nuovi ordini, che fanno lentamente ripartire l'economia.

A questo punto, cercheremo almeno di intravedere quei pur piccoli segnali che potrebbero darci l'idea che forse la ripresa potrebbe essere vicina.
Cominciamo dall'indicatore economico più famoso d'America: L'Ism (nonmanifacturing) . Questo il commento dell'agenzia ai dati di Gennaio:
"Economic activity in the non-manufacturing sector contracted in January,…"
E va bene, si sapeva! Però l'aspetto più interessante da guardare è il grafico di questo indice, che ha mostrato un forte rimbalzo rispetto ai minimi di Novembre, segno forse che già a Novembre il bottom fosse già stato toccato? Può essere, credo che già avere 2 mesi di crescita sia un buon punto di partenza per dire che la ripresa può riprendere. E se di reale ripresa si tratta, cosa dovrebbe riprendere a crescere? Le materie prime, mi pare una correlazione già di per se scientificamente provata.
Allora andiamo a vedere i due indicatori che rappresentano più fedelmente la situazione delle commodities: Il Baltic Dry Index ( ormai è conosciutissimo, bel pubblicizzato da Intermarketandmore, ottimo Blog) e Il Crb Index.

Il dato è un dato: da metà Gennaio il BDI ha invertito di "netto" la sua sconfinata discesa e ora sta recuperando fortemente posizione dopo posizione. Questo cosa indica? Indica semplicemente una cosa: i prezzi dei noli stanno aumentando. Ed essendo la materie prime trasportate essenzialmente tramite navi, l'aumento dei prezzi dei noli è evidentemente collegato ad un aumento di domanda. Dunque, se associamo la ripresa dell'ISm con la ripresa dei noli, pare "ovvio" che qualcosa si sta muovendo… anche nei prezzi delle materie prime. Chiudo con l'ultimo grafico che ci mostra la stretta correlazione del BDI e il CRB index… : anche le materie prime stanno riprendendo… sembra ormai una tendenza ormai già avviata… però per tirare conclusioni con certezza, io aspetterei un

L'America, dopo 10 mesi, sta crescendo o è ancora lì ad arrancare? Leggi il post più recente riguardo la crescita in America, scritta a ottobre 2009.
martedì 3 febbraio 2009
E che non ci vengano a dire che ora c’è fiducia tra le banche…
Per lo stesso motivo è importante osservare che anche i prestiti richiesti alla Bce (che oggi "costano" al sistema bancario un 3%) hanno subito un crescità esplosiva in concomitanza del fallimento della Lehman Brothers, proprio come i depositi (che sono remunerati all'1%).
Tutto questo per dire cosa? Tutto questo per dire che anche la banca centrale europea sta attuando quel famoso quantitative easing, cioè si sta ponendo come primo intermiediario tra istituti bancari nella gestione degli eccessi di liquidità. Questo sistema è sicuramente una delle ultime chanche che si possono attuare per risolvere l'importante problema della "gelata" del mercato intebancario, ciò nonostante l'Euribor sia precipitato. Ma i nostri banchieri saranno in grado di gestirlo… perché in caso di fallimenti o comunque impossibilità di reperire liquidità, sarebbe direttamente la Bce ad essere interessata e dunque colpita. I rischi sono altissimi, ma bisogna anche dire che forse crisi come queste non siano già capitate. L'unica speranza è che appena la recessione comincia a diradarsi, la Bce cominci a diminuire la sua presenza come intermediario degli intermediari… perché se ci pensiamo anche Lehman era l'intermediario degli intermediari….
M3 ed inflazione
Oggi vorrei parlare un po’ di M3 e di massa monetaria. Su wikipedia, gli aggregati monetari vengono definiti come “grandezze aggregate che esprimono la quantità complessiva, esistente in un determinato momento nel sistema economico, di moneta e di attività finanziarie che, per il loro grado di liquidità, possono svolgere le stesse funzioni della moneta (la cosiddetta quasi-moneta).”
rminare la moneta che c’è in circolazione in un dato sistema monetario è un indice molto attendibile di “salute economica”. Però, come appare dal grafico, dal 1981 che generalmente una tendenza ribassista che, nonostante il forte recupero (spinto e rispinto dalla BCE?) degli ultimi 4-5 anni sta effettivamente ripiegando proprio con l’avvento della recessione e di questa crisi economica. Se poi tentiamo di analizzare il grafico con delle linee di tendenza previsionali, appare che effettivamente ci eravamo spinti un po’ troppo in là per garantire un equilibrio economico duraturo (verrebbe da dire “bolla di liquidità”, ma di questi periodi sembra inopportuno) e che effettivamente ora si sta sgonfiando, e sembra che il cammino sia appena cominciato e statisticamente siamo ancora lontani da un punto medio di equilibrio, che si potrebbe raggiungere con un’ulteriore riduzione di un altro 15% (dal picco del 2007 siamo già scesi del 37%). Dunque,se associamo la chiusura dei “bacini bancari” all’abbattimento del M3 tutto torna: le banche non prestano e la liquidità viene letteralmente abbattuta. Poi sarebbe interessante vedere la logica correlazione che si instaura guardando l’aggregato m3
: l’ inflazione. E facile osservare che le tendenze di questi due indicatori macroeconomici sono molto legati tra loro, almeno in una tendenza di lungo termine. È poi molto
interessante osservare come l’inflazione in quest’ultimo anno (2008) ha avuto un comportamento molto ma molto anomalo (e ampio!). E’ stata evidentemente l’aggregazione di molti fattori, in primis il petrolio, che ha causato questa “bolla inflattiva”, che ci ha messo veramente poco a sgonfiarsi e a questo punto sembra si sia raggiunto il fondo se raffrontata alla tendenza media che si aggira sul 2% (il doppio da oggi, che siamo sul 1,1% a gen09). E vorrei ricordare che perché ci